Il dolore nell’emicrania è solitamente intenso, pulsante e concentrato in una metà del capo, non necessariamente sempre la stessa. Può essere causata da una mancanza di sonno, da cambiamenti del tempo, fame, stimolazione eccessiva dei sensi, stress o altri fattori. Possono essere aggravate dall’attività fisica, dalla luce, dai rumori o dagli odori.
QUAL’È LA DIFFERENZA TRA EMICRANIA E CEFALEA?
Quando parliamo di cefalea facciamo riferimento a qualsiasi dolore alla testa che percepiamo al di sopra di una linea immaginaria che collega l’occhio con l’orecchio. L’emicrania è, di conseguenza, un tipo di cefalea con caratteristiche specifiche. Dunque, cefalea e mal di testa sono sinonimi.
TIPOLOGIE DI EMICRANIA
L’emicrania è una patologia unica, con un definito meccanismo patogenetico: certi sintomi sono ricorrenti in ogni attacco emicranico, altri invece sono a presentazione variabile.
Principalmente esistono 2 tipi di emicrania:
emicrania con aura;
emicrania senza aura.
EMICRANIA CON AURA
L’aura è un disturbo neurologico transitorio che precede la cefalea, insorge gradualmente e solitamente dura dai 20 ai 60 minuti.
Può essere di 3 tipi. Il più comune è quello visivo, caratterizzato da punti o linee luminose che si ingrandiscono e tendono ad occupare il campo visivo del paziente (i cosiddetti scotomi scintillanti), oppure si verifica un restringimento dell’ampiezza del campo visivo. Le altre due modalità di presentazione dell’aura sono un disturbo sensitivo ad un solo lato del corpo e un’alterazione della capacità di esprimersi.
L’EMICRANIA SI PUÒ PREVENIRE?
La riduzione della frequenza degli attacchi è un risultato che si può ottenere grazie a una alleanza terapeutica tra medico e paziente.
Il primo indica specifiche soluzioni farmacologiche, il secondo deve attenersi a strette regole comportamentali, evitando tutti quei fattori che predispongono o facilitano l’insorgere dell’attacco emicranico.
Tra le figure competenti un ruolo centrale lo gioca il fisioterapista. Una volta inquadrata la tipologia di emicrania e svolta un’attenta valutazione iniziale, l’obiettivo sarà sempre quello ridurre la frequenza, l’intensità e la durata degli episodi acuti ed educare il paziente a saper riconoscere per tempo i suoi attacchi.
Mentre diminuire il numero degli attacchi emicranici è un traguardo realistico, la cura definitiva e la completa abolizione degli attacchi purtroppo non è ad oggi possibile.
EMICRANIA, METEO E CAMBI DI STAGIONE
I cambi di stagione, la prolungata esposizione al vento o al sole, il passaggio repentino da un ambiente caldo ad uno freddo o viceversa rappresentano condizioni favorenti l’insorgenza di un attacco emicranico nei soggetti predisposti.
ALIMENTAZIONE
Alcune sostanze contenute in determinati alimenti favoriscono l’insorgenza dell’attacco emicranico, ma non esistono liste di cibi da evitare obbligatoriamente.
Ogni paziente emicranico ha individuato quei cibi che con maggior probabilità gli causano mal di testa e sa quando è meglio non mangiarli.
Premesso questo, gli alimenti favorenti sono:
cioccolata;
frutta secca;
formaggi stagionati;
banane;
vino rosso e bianco;
cibi fritti;
insaccati.
QUANDO VALE LA PENA DAVVERO DI PREOCCUPARSI?
Esistono dei campanelli d’allarme che devono indurre a rivolgersi immediatamente al medico, perché potenzialmente sintomi di patologie gravi. Vediamo i principali:
Se l’intensità del dolore è molto più severa del solito e ci sembra di provare il “peggior mal di testa della propria vita”.
Se il dolore è così forte da essere insopportabile, ostacolando il normale svolgimento delle attività della vita quotidiana.
Se il mal di testa è continuo da più giorni e non passa nonostante l’utilizzo di farmaci analgesici, coi quali in passato si era trovato giovamento.
Se il dolore, anche se “leggero” o di lieve entità, si associa alla presenza di febbre molto alta.
Se si manifestano sintomi neurologici: disturbi visivi (vista offuscata), difficoltà nell’eloquio, debolezza agli arti di metà del corpo ecc.
Se la frequenza e la durata degli attacchi è improvvisamente e significativamente aumentata negli ultimi tempi.
Se il mal di testa esordisce durante la notte (mal di testa notturno).
Se si tratta del primo episodio di cefalea definito come molto intenso in soggetti di età maggiore ai 40 anni.
Se la Cefalea è persistente in gravidanza.
In seguito a forti traumi cranici.